Famiglie interrotte
- M. L. Barbazza

- 22 apr
- Tempo di lettura: 2 min

Estranged-Children: cosa sono?
Sui social si chiamano estranged-children o estranged-parents o estranged-family: sono le persone che chiudono i rapporti con la loro famiglia di origine o con i propri figli.
Separarsi dai genitori o da un figlio resta comunque una scelta difficile e traumatica, ma chi lo ha vissuto racconta che questa frattura, una volta inimmaginabile, alla fine è stata l'unica strada percorribile per vivere meglio o soffrire meno.
Qualche dato
Come molti fenomeni complessi e delicati è difficile avere dati precisi, ma sembra che il numero delle persone che tagliano i rapporti e smettono di parlare con la loro famiglia sia in aumento nei paesi del Nord Europa e in quelli anglosassoni.
Negli Stati Uniti (ricerca della Cornell University riassunta dall'Economist nel maggio 2021) il 27 % degli americani ha rotto i rapporti con uno dei genitori, prevalentemente il padre.
Il fenomeno però, si sta espandendo anche in altri paesi: basta guardare le decine di migliaia di video su TikTok di ragazzi che raccontano la propria esperienza. La situazione è ancora a tutti gli effetti un tabù, ma sta emergendo una vera e propria comunità di genitori e di figli che hanno bisogno di raccontarsi.
Dal Principe Harry a Becca Bland
C'è molta pressione sociale intorno a chi rompe i rapporti spingendo a tornare sui propri passi per dare un'altra opportunità a chi si è allontanato (Harry e Meghan sono diventati un'icona mediatica di questo problema).
Becca Bland, giornalista e ora coach esperta di alienazioni familiari, ha fondato un sito, Stand Alone, che è diventato un punto di riferimento per questo tipo di problematiche e le è valso un dottorato honoris causa.
L'alienazione familiare è un fenomeno condizionato dalla cultura, dalla religione ma molto anche dalla generazione.
I giovanissimi (come la gen. Z), conoscono il significato di rapporti tossici o rapporti famigliari disfunzionali e non sono disposti a sopportarli. Per fortuna spesso cercano un percorso con uno psicologo per poterne parlare, per non sentirsi persone sbagliate o malate, ed avere un aiuto per prendere decisioni "sane" per se stessi.





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